I 3 migliori libri di Inés Martín Rodrigo

La scrittrice madrilena Inés Martín Rodrigo, Premio Nadal 2022, combina una narrativa di fantasia emergente con altri tipi di preoccupazioni che ci porta anche da quell'altra letteratura altrettanto arricchente tra il saggio, l'informativa e il giornalistico.

Ed è che, come tante volte ho sottolineato, il giornalismo come professione finisce non di rado per divergere verso una comunicazione più aperta. Perché al di là delle cronache o degli articoli di opinione, il giornalista è uno scrittore che assorbe le notizie. Qualcosa di molto simile a quanto accade con qualsiasi scrittore che nutre la sua immaginazione dalla stessa realtà da cui compone le sue trame.

Noi di Perez Reverte su Manuel Jabois via Carmen Chaparro o Sonsoles nega. Con questi citati il ​​ventaglio si allarga fino a non poter contenere tanti giornalisti che finiscono per giungere a noi come ottimi comunicatori anche in campi narrativi di qualunque genere.

Inés Martín Rodrigo rappresenta l'autore paradigmatico che finisce per capovolgere gli eventi, le intra-storie di pochi secondi in televisione o sulla stampa per finire nel dettaglio dove la vita è fatta di tutta la somma di circostanze insondabili in un giornalista rapporto per esteso così com'è.

I 3 libri consigliati da Inés Martín Rodrigo

forme d'amore

Le fughe sono sempre in avanti. Perché nemmeno in ciò che è semplicemente segnato dal fisico e ancor meno da quello emotivo possiamo rifare gli eventi inopportuni della vita. In questa prospettiva, Inés ci presenta una storia in cui le radici cercano di fermare il tempo e contenere le emozioni in un esercizio di negazione che ci carica di una strana malinconia di esperienze passate che sfuggono anche al tempo vissuto dalla protagonista.

Quando la vita si ferma all'improvviso, è tempo di ricordare. Questo è ciò che prova Noray di fronte alla morte inaspettata dei suoi nonni Carmen e Tomás. Dopo il funerale, incapace di far fronte all'assenza di chi gli ha insegnato le tante forme di amore, si chiude nella casa di famiglia del paese, dove è cresciuto ed è stato felice. Lì si rifugia a parole e decide di affrontare il romanzo che rimanda da anni: la storia della sua famiglia, legata a quella di un Paese troppo impaurito per coniugare il passato, dalla guerra civile al consolidamento della democrazia.

Attraverso la scrittura, Noray evocherà le vite di coloro che lo hanno reso possibile e affronterà le sue peggiori paure e fantasmi per cercare di scoprire chi è. Questa storia arriverà a sua insaputa per mano di Ismael, l'amore della sua vita, che leggerà, in una stanza d'ospedale, le pagine di quella storia la cui fine segnerà per sempre il destino di entrambi.

Blu sono le ore

Un iperbato per risvegliare quella sensazione di colore capace di colorare le esperienze. Il blu con le sue variazioni verso toni ghiacciati come il ghiaccio profondo o evocativi del blues estivo. Una gamma completa per applicare il filtro, a seconda del momento, di un protagonismo che ingloba tutto il possibile nell'ottica della volontà più forte.

Nel bel mezzo della prima guerra mondiale, poco prima della presa di Varsavia, una donna rischiò la vita in prima linea. Si trattava della spagnola Sofía Casanova, la prima corrispondente di guerra della storia, che scriveva i suoi rapporti per la ABC, visitando le trincee e denunciando la brutalità della guerra. Lontana dalla tranquillità che Sofia aveva immaginato una volta per la sua vita, si trovava in Polonia quando scoppiò la guerra.

La vita straordinaria di questa donna iniziò quando, da bambina, il padre abbandonò la sua famiglia e furono costretti a trasferirsi dalla natia Galizia a Madrid. Lì presto eccelle negli studi e frequenta i circoli più selezionati. Il giorno in cui il diplomatico e filosofo polacco Wincenty Lutoslawski l'ha incontrata, ha capito che doveva essere sua moglie. Dopo un corteggiamento incantevole, si sposarono e partirono per la Polonia, la prima delle loro destinazioni. Ma nel corso degli anni, Lutoslawski ha rinnegato Sofia e ha dovuto guadagnarsi da vivere per continuare a nutrire le sue figlie.

Una stanza condivisa: conversazioni con grandi scrittori

Credo che quel certo tono sessista che cerca di sottovalutare qualsiasi narrazione fatta dalle donne stia venendo meno. Ma un libro come questo non fa mai male finire per sostenere un’uguaglianza tanto evidente quanto necessariamente da rivendicare con piena convinzione delle menti più instabili.

In una società e un immaginario ancora codificati dal patriarcato, dove una piccolissima percentuale di lettori uomini legge narrativa scritta da donne, questa selezione di meravigliose conversazioni ci rivela gli scrittori che hanno lottato, instancabilmente, per vivere e scrivere secondo le proprie regole. ; per abbattere i pregiudizi e conquistare i diritti; ad occupare, grazie al valore dei loro testi e al di là dell'appartenenza ad un genere, il posto che meritano.

Attraverso le domande e le risposte che compongono questi colloqui intimi, fluidi e intelligenti, il lettore scoprirà cosa contraddistingue i pensieri e le opere di questi scrittori, che, se non hanno ancora letto, chiarirà loro perché dovrebbero.

Allo stesso tempo, leggerli insieme fa emergere un territorio comune: essere donna ed essere scrittrice in questo secolo, con tutto ciò che questo implica. Ed è che, oltre a riflettere sui loro libri e su cosa significa scrivere per ciascuno di loro, indagano le relazioni che articolano il triangolo tra letteratura, vita e società, affrontando i problemi e le sfide del tempo che ha toccato loro di vivere.

Da Carmen Maria Machado, la più giovane, a Ida Vitale, la più anziana, passando per Zadie Smith, Anne Tyler, Margaret Atwood, Elena Poniatowska, Siri Hustvedt e molti altri, questo è un libro per entrare nelle stanze dei grandi scrittori del nostro tempo, donne uniche che hanno saputo tessere i fili dei loro scritti e della loro vita con genialità, autenticità e coraggio.

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