Cinema e letteratura di esperimenti sociologici dovrebbero già avere il loro genere, Dal Truman Show alla cupola di Stephen King, una moltitudine di storie si espande raccontandoci una visione tra l'utopico e il distopico, come una scommessa per scoprire dove la volontà umana si rivolge alla sperimentazione di gruppo.
Questa volta tocca a TC Boyle che si muove come un pesce nell'acqua quando confronta i suoi personaggi con quelle insondazioni sulle reazioni umane all'ignoto.
Appena arrivati nel deserto dell'Arizona nel 1994, "Los Terranautas", un gruppo di otto scienziati (quattro uomini e quattro donne), si offre volontario, nell'ambito di un reality show di successo trasmesso a livello planetario, per confinarsi sotto una cupola di cristallo chiamato "Ecosphere 2", che mira ad essere un prototipo di una possibile colonia extraterrestre, e che cerca di dimostrare che possono vivere isolati dal resto del mondo per mesi ed essere autosufficienti.
La cupola è opera di Jeremiah Reed, un eco-visionario noto come "DC" - "God the Creator" - ma presto comincia a sorgere la domanda se sia stata fatta un'eccitante scoperta scientifica o se si tratti di un semplice gancio pubblicitario sotto il banner scusa per l'esperimento ecologico più ambizioso del mondo. Gli scienziati saranno osservati da altri ricercatori, la missione di controllo, che monitoreranno i loro movimenti da questo "nuovo Eden" mentre affrontano una serie di catastrofi potenzialmente letali che possono portare a un disastro totale.
TC Boyle ci sorprende ancora con un romanzo pieno di ironia sulla scienza, la sociologia, il sesso e, soprattutto, la sopravvivenza.
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