Stiamo vivendo un grande boom inesauribile nel romanzo poliziesco. Forse il boom inizia con Stieg Larsson, ma il punto è che ora tutti i paesi d'Europa, del nord o del sud, presentano i loro autori di riferimento. In Italia abbiamo ad esempio il veterano Andrea Camilleri, un Luca D'andrea oa quest'altro autore a cui mi affido oggi, Donato Carrisi, come tre dei più importanti del genere nero.
In questo libro, La ragazza nella nebbia, il genere noir rasenta quasi il thriller. Avechot è un paese sommerso in una valle delle Alpi, uno spazio giustamente deciso a sintonizzarsi su quella sensazione di una certa claustrofobia orografica dove le nebbie restano agganciate per giorni e giorni.
All'ingresso di quel paese un'auto subisce un lieve incidente. Esci di strada e ti fermi improvvisamente nel fosso. Al volante c'è l'agente speciale Vogel. Completamente disorientato, non riesce a indovinare cosa ci faccia lì. Dovrebbe essere molto lontano da quel posto, sulle tracce del caso di una ragazza scomparsa...
Ancora sotto choc, senza sapere se per il colpo o chissà perché, comincia a ricordare quel caso a cui lavorava da un paio di mesi. Sperava solo di poter contare ancora una volta sul suo istinto per riempirsi ancora una volta di gloria davanti ai media e alla stampa. Come sempre successo.
Eppure adesso è completamente perso in quello strano posto, accidentato, senza nessuna ferita, anche se con sospette macchie di sangue sui vestiti. Lo spazio oscuro e denso sembra essere stranamente variegato sulla sua figura. E poi arrivano i media. Vogel non sa cosa fanno lì o cosa accadrà da quel momento in poi:
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