I 3 migliori libri di Mary Shelley

Probabilmente era perché suo padre William Godwin, come un politico d'avanguardia, istruito Mary Shelley molto liberata dai vincoli sociali, politici e morali che limitavano la donna dell'epoca. Il punto è che nel tempo si scopre un'autrice che, ben al di là della sua opera "Frankstein o il moderno Prometeo", si è dedicata alla letteratura già intrisa di un femminismo da lei assunto interamente come uguaglianza tra i sessi.

C'era ancora molta strada da fare fino al diritto di voto e al trasferimento effettivo in una moltitudine di aspetti sociali. Ma quella naturalezza con cui Mary Shelley partecipava in una sfera culturale perlopiù associata al maschile come la letteratura, serviva alla causa come uno di quei passaggi necessari, forse non così presuntamente femminista ma autenticamente illuminante sulle pari capacità.

Quando leggiamo qualsiasi account di PoePer citare qualcuno contemporaneo e con una certa somiglianza tematica in certi momenti, o entriamo nel romanzo Frankstein, scopriamo quell'uguaglianza naturalizzata. Non importa leggere l'uno o l'altro, e questo è dovuto all'idea autosufficiente di un autore nato convinto del valore della persona senza etichette sessuali.

Ma oltre a quella funzione integratrice della scrittrice e della sua opera, e al di là del suo capolavoro Frankstein, probabilmente una nebulosa traduzione del suo tragico rapporto con la vita e la morte (rimanendo alla sua biografia, nientemeno che la morte della madre morta alla nascita , la morte di due dei suoi tre figli e la successiva morte del marito annegato in mare), troviamo anche l'autore coltivato in grandi riferimenti come Walter Scott o suo padre William Godwin. Solo che Mary Shelley, condizionata dalle sue fatali circostanze, si è data a un gotico dove mascherare il suo dolore ea un fatalismo su cui riversare la sua disperazione.

I 3 migliori libri consigliati di Mary Shelley

Frankstein o il moderno Prometeo

Prometeo si prese la responsabilità di rubare il fuoco per gli uomini. Il simbolo di questo mito finì per trascendere nella cultura occidentale come controllo sulla luce e sulla vita.

Così si chiudeva con quella tagline originale, oggi già accantonata in più occasioni, l'impostazione di un romanzo sulla scienza capace di generare la vita umana grazie a una scintilla di quel fuoco degli dei. La cosa migliore di questo romanzo è la sua doppia lettura.

Perché al di là del mero fatto fantasioso che ha dato a tante repliche del terrore nella letteratura e nel cinema, trascende anche l'idea della vita, della sua fragilità, della possibilità che la scienza arrivi mai ad emulare quel Dio che genera la vita. o quella scintilla elettrica da cui nasce il primo battito di un cuore.

All'epoca l'idea sembrava mostruosa poiché l'idea era quella di recuperare qualcuno che era già morto. Eppure l'autore è capace di risvegliare quell'umanità di fronte alla minorità e all'eccentricità.

Frankstein è un essere abominevole e allo stesso tempo un'anima errante, senza molto senso, poiché a volte può considerare qualsiasi essere umano di fronte alla sua esistenza...

Frankenstein o il moderno Prometeo

Trasformazione e altre storie

Una transizione graduale al resto del lavoro di Mary Shelley. Tre storie che approfondiscono quel tocco gotico nel formale, inquietante e sconcertante sullo sfondo.

La prima storia, Trasformazione, prende dall'immaginario popolare riferimenti ai contatti tra umani ed esseri soprannaturali e finisce per narrare una terrificante interazione dell'umano con i suoi demoni ancestrali.

La seconda storia è The Immortal Mortal, dove l'aspetto fantastico della vita e della morte assume un altro aspetto. Un ragazzo con diversi secoli alle spalle parla di eternità, del suo passaggio per il mondo con la sua straordinarietà e, però, anche di connessione con le passioni più umane, quelle che possono dare senso solo a una vita di 10 o 1.000 anni.

Chiudi questo volume The Evil Eye, un vero spaccato di vecchie credenze e trucchi, in quella magia nera che solo gli esseri umani potrebbero usare per vendetta e distruzione.

Trasformazione e altre storie

L'ultimo uomo

Il prossimo grande romanzo di Mary Shelley non è mai stato completamente seguito. Forse era perché una donna era culturalmente autorizzata a scrivere di presunte trame fantastiche come quella di Frankestein (anche se alla fine l'autore ha lanciato un'opera con quel dualismo tra finzione ed esistenzialismo), ma non erano consentite altre proposte narrative in cui la donna intendeva equiparare direttamente alla capacità intellettuale, morale e culturale dell'uomo di tessere un complotto su una deriva globale...

Comunque sia, avvicinarsi a questo romanzo con sfumature apocalittiche oggi significa godersi Mary Shelley senza tanti artifici gotici. I personaggi di Adrian e Raymond rappresentano uomini liberati che decidono di affrontare destini diversi da quelli segnati.

Solo che le circostanze sono segnate da un'epidemia che minaccia di essere una pandemia annientante di tutto ciò che è umano. Solo allora è quando la parte più gotica ritorna alla trama per fornire quel punto di terrore che suppone pensare alla fine di tutto.

L'ultimo uomo
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