I 3 migliori libri di Rodrigo Fresán

La scrittura come materia di studio per svelare l'equilibrio tra creatività e volontà, tra metodo e fantasia sfrenata. Il lavoro dell'argentino Rodrigo Fresan è a volte una spirale di forza centripeta che ci magnetizza verso il centro di ciò che significa donarsi alla vita narrante. Sempre con quella componente soggettiva che può essere orientata alla finzione ma che punta anche alla riflessione; pensiero profondo o addirittura vagabondare.

Sarà che la letteratura è tutto, anche il vuoto della pagina bianca quando si prevede che non arriveranno nuove pagine. Perché il mestiere di scrittore ha quel punto in sospeso dove chi ci scrive non sa mai quando smetterà di creare la vita. Tranne la parte che spetta a Rodrigo Fresán, che nella sua trilogia affronta la sua visione della scrittura con un aspetto di teoria compiuta.

Noi di Stephen King dalla sua visione più particolare in «Mentre scrivo" fino a Philip Roth con la sua idea più corale in «Il commercio«. Chi altro chi meno tra tanti scrittori cerca di sintetizzare cosa significa scrivere. Fresán concentra tutto su una trilogia analitica della narrazione tra finzione e realtà, nella sua prospettiva impegnata a svelare l'ultimo dei motivi per scrivere.

I 3 migliori libri consigliati di Rodrigo Fresán

La parte inventata

Niente di meglio per iniziare a scrivere sulla professione dello scrittore che affrontare apertamente quella parte chiaramente differenziante. Dalla forma al fondo, la narrazione è un'invenzione. Non si può considerare diversamente davanti alla soggettività del mondo...

La parte inventata cerca la risposta a quella domanda (come funziona la mente di uno scrittore) entrando nella mente di uno scrittore che cerca di scrivere la propria storia. O per riscriverlo a modo suo. La storia di qualcuno che ha avuto qualche successo qualche anno fa, nell'ultimo secolo e millennio, ma che ora sente che non c'è posto per lui, né nel mondo letterario né nel grande mondo. E che - tra le particelle accelerate dei testi di Francis Scott Fitzgerald, la musica dei Pink Floyd, un vecchio giocattolo a molla e il paesaggio delle spiagge dell'infanzia - pensa che sia giunto il momento di raccontare la sua versione della questione...

«Nel corso del tempo, ti verrà chiesto, più e più volte, "Come ti vengono in mente le idee che scrivi?" Una domanda quasi obbligata a cui si risponde - a cui si risponderà sempre - con eterna vaghezza o con certezze che si dimenticano il giorno dopo. E ti chiederai come mai non ti viene chiesto qualcosa di molto più importante o, almeno, più interessante. Perché non gli viene mai chiesto "Come ti è venuta l'idea di fare lo scrittore?".»

La parte inventata

La parte ricordata

Sì, tutta la letteratura è impregnata di ricordi, di apprendimento, di esperienze. Nella più voluta intenzione di creazione oggettiva, la visione di un mondo adeguato alle circostanze che ci compongono, con i suoi ricordi, così come siamo, ci invade. Come ricorda uno scrittore? La parte ricordata è il terzo e ultimo volume della trilogia di Rodrigo Fresán, opera chiave della letteratura spagnola del nostro tempo.

E come fa questo scrittore a ricordare che una volta era un promettente Nextwriter e ora è solo un ex scrittore. Qualcuno che non sa più scrivere, ma che non può smettere di leggere e rileggere se stesso ed evocare come era una volta e come non sarà mai. Qualcuno pensava che «Inventare era ricordare in avanti. Sognare era ricordare su o giù. Ricordare era inventare al contrario.

Ed ecco di nuovo un giocattolo a carica inversa e il fantasma dell'elettricità; l'alta e tempestosa Penelope e il figlio perduto, 2001:A lo spazio Odyssey y Lama Corridore; gli assenti Pertusato, Nicolasito e l'onnipresente IKEA; il morto Colma e il defunto Zzyzx e il defunto Nothing e l'immortale Songs Sad; l'irrealistico Vladimir Nabokov e la surreale famiglia Karma; Desiderio Tu Sono stati Qui lo squillo (su) dei telefoni cellulari (izers) e l'invito a Dracula di entrare; lo zio Hey Walrus disturbato e un paio di genitori modello ma non molto modello; I Beatles e Gli scarafaggi; un paese di origine inesistente e una città in fiamme; una notte indimenticabile che si vorrebbe riscrivere; e tante altre particelle accelerate e frammenti sciolti e cellule interconnesse alla ricerca di una rete che le contenga e dia loro ordine e significato.

Con La parte ricordata, Rodrigo Fresán chiude il trittico il cui tema sono le tre parti che intervengono nella scrittura di vite fittizie e nella narrazione di opere reali. Parti che determinano il modo in cui opera la testa di un creatore che non crede più quasi a nulla se non in quelle storie in cui è consigliabile tenere a mente il passato, perché da esso dipende il futuro. Quelle storie da non dimenticare mai ma ricordando sempre che quello che raccontano sarà sempre -volontariamente o involontariamente- modificato da chi le ricorda dopo averle inventate e sognate, qua e là e ovunque.

La parte ricordata

La velocità delle cose

La storia come sembianze essenziali dei paradossi eretti nel corso della storia alla base delle contraddizioni umane... Saggi e teorie sulla vita, l'amore, la letteratura, il progresso, il consumismo, la società, gli argentini. E morte.

Un uomo di lettere su una nave verso il nulla, uno studioso di riti funebri, un impostore rapito da una leggenda letteraria, un drogato di feste, uno scrittore di necrologi sofferente, una ragazza molto brutta desiderosa di trovare prove di vita intelligente su altri pianeti, un libraio morto di recente, un perdente ossessionato da 2001: Odissea nello spazio, un invasore di pozze aliene, un gerarca nazista affascinato da uno scrittore ebreo, un cacciatore di balene del suo passato, un collezionista di hotel, un cacciatore di ossa senza nome e forse felice prigioniero di una misteriosa fondazione destinata a perpetuare l'arte quasi estinta della narrazione. Quattordici storie che nascondono la trama segreta di un romanzo da mettere insieme.

La velocità delle cose
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