I 3 migliori libri di Jorge Fernández Díaz

La narrativa argentina gode anche di una fiorente pletora di autori che, con più o meno costanza o alternanza, approfondiscono il genere nero, ottenendo quel magico effetto di luogo, di meticciato letterario di un genere che si adatta perfettamente a qualsiasi paese o regione. Perché il male come sostegno narrativo purtroppo prolifera connaturalmente alla condizione umana.

Casi recenti come quelli di Incisioni di Firenze o kike ferrari, entrambi coltivatori di un genere nero con un residuo filosofico argentino, una saggezza di strada che si sposa perfettamente con la ricerca dell'essenza del male e dei suoi meccanismi per perpetuarsi in qualsiasi società.

Oltre ai suddetti, oltre a tanti altri come il veterano Raúl Argemí o il giovane Horacio Convertini, la figura di Jorge Fernandez Diaz spicca notevolmente su questo lato delle coste atlantiche.

Chiaramente Jorge Fernández Díaz è uno degli autori argentini più acclamati del genere nero in Spagna. Da quando ha iniziato la sua carriera letteraria a metà degli anni '80, questo autore ha unito qua e là pubblicazioni in editoriali, consolidandosi da un sostegno poliziesco verso un tema tradizionalmente nero, cioè capace di entrare nei cunicoli oscuri che comunicano le sfere di potere con la malavita della corruzione, della droga, del traffico di droga o di qualsiasi altra area di affari oscuri.

È sempre illuminante percorrere le pagine di Jorge Fernández Díaz essere sorpresi da una proposta fantasiosa che a sua volta è capace di farci considerare il funzionamento sotterraneo della nostra società...

I 3 migliori romanzi consigliati di Jorge Fernández Díaz

La ferita

Nessuno si libera della corruzione. Nemmeno la Chiesa. È già noto che il Vaticano, con la sua chiara struttura di potere, la sua banca e la sua capacità di intervenire con autorità contro gli stati può diventare un bersaglio della malavita. Devi solo trovare la persona corruttibile.

Se nel libro precedente di questa saga: Il Pugnale, ci eravamo immersi in un caso di affari oscuri e interessi politici, il tutto condito da strutture di criminalità organizzata, in questa nuova occasione godiamo di un'altra trama ancora più ambiziosa, dove i più alti livelli dei social network sono colpiti dalla criminalità organizzata.

La globalizzazione come mercato parallelo dove si possono acquistare tutte le volontà. I poteri che ci governano si sono interrogati. Il mondo che sta per essere consegnato al male.

Vittime favorevoli a mettere in atto piani perversi con cui riciclare denaro e trafficare di tutto. L'agente Remil, che già nel romanzo precedente ci aveva conquistato con il suo particolare modus operandi, il suo intuito nell'individuare trappole che anticipano i colpi di scena e la sua anima contraddittoria capace del meglio e del peggio.

Una storia costruita su più trame tra thriller, poliziesco, ecclesiastico e umano. Un cocktail perfetto, miscelato con quella raffinata maestria del narratore che mescola tutte le componenti in modo proporzionato per un piacevole equilibrio sul palato del lettore.

La ferita

Pugnale

Le origini ei fondamenti vitali di Remil. Dal suo ruolo di militare che lo ha condotto nelle Falkland ai servizi segreti argentini, desideroso di agenti senza scrupoli e determinato a compiere qualsiasi azione per il bene del Paese. Ogni somiglianza con la realtà è pura coincidenza.

Eppure Remil serve l’ideologia secondo cui le cose funzionano davvero in modo nascosto, attraverso comandanti militari capaci di sospettare chiunque e di indagare oltre ciò che è strettamente legale. Solo che il senso di potere di un’agenzia di intelligence che opera nell’ombra, sotto il dominio dei propri criteri etici, può finire per diventare un drenaggio di corruzione e falsità, di false missioni segrete per maggior gloria e ricchezza del capoturno.

Remil è responsabile della sua nuova missione, proteggere Nuria Menéndez, inviata dalla Spagna per promuovere gli affari intorno alla viticoltura. Anche se forse Nuria non è una persona fragile che necessita di una protezione speciale.

Sa come portare avanti l'attività che le ha affidato ed è disposta a tutto pur di raggiungerla. Le eterne passioni d'amore muovono una trama tarantina piena di sesso implicito e violenza esplicita, un romanzo affascinante sulla fragile morale reciproca.

Pugnale

La loggia di Cadice

Il caso di José San Martín è il caso dell'eroe su entrambe le sponde dell'Oceano Atlantico. Combattente militare e eccezionale in Spagna contro Napoleone e infine un grande partecipante alla liberazione di vari paesi americani come la sua patria d'origine, l'Argentina, il Perù o il Cile.

Il romanzo è incentrato sulla storia di questo personaggio al tempo dell'invasione napoleonica della penisola iberica nel 1808. Nel caso di questo autore solitamente impegnato nel genere noir, ma in questa occasione incentrato su un romanzo storico, la trama avanza carico di ritmo.

Con l'organizzazione della cosiddetta loggia di Cadice, i cui interessi muovono il futuro del conflitto in una direzione o nell'altra, approfondiamo il profilo unico di questo personaggio che anni dopo affronterà lo stesso esercito spagnolo per liberare l'America colonizzata e, in questo processo, l'autore coglie l'occasione per riempire la trama, per riempirla di momenti suggestivi di passione e disaccordi, conflitti interni, complotti e lotte sanguinose.

La loggia di Cadice
5/5 - (8 voti)

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati dei tuoi commenti.