Il suo corpo e altre feste, di Carmen Maria Machado

Se recentemente parlavo dell'Argentina Samantha Schweblin Come uno dei grandi riferimenti della storia moderna, questa volta abbiamo scalato migliaia di chilometri nel continente americano per trovare l'americano Carmen Maria Machado.

E alle due estremità del più esteso dei continenti godiamo di due piume vertiginose, dotate di quella capacità speciale di chi si abbandona alla storia e alla sua caducità come strumento narrativo capace di suggerire o proiettare nella magica sintesi della storia e del linguaggio.

Nel caso di questo prenota Il suo corpo e le altre feste, Carmen María si avvicina al femminismo con il suo necessario interesse di protesta, segnato soprattutto dal punto di vista fisico e con un'interessante punta surrealista che nasce dall'integrazione di questa intenzione coscienziosa con la naturale propensione di un autore solitamente imbarcato in storie fantastiche o fantascientifiche. Qualcosa come i sequel senza Il racconto dell'ancella di Margaret Atwood.

Il punto è che nella congiunzione delle intenzioni, con il ritmo vibrante del breve e la sua magica luminosità di simboli che finiscono per essere le fondamenta della narrazione, la lettura avanza con quel gusto dell'armonica quando un volume di storie finisce per suonare la stessa sinfonia.

Femminismo dal paranormale, riflesso indubbio del processo di straniamento e alienazione che accompagna l'evoluzione di una società che promette integrazione delle donne ma che, scendendo nel fango della realtà finisce sempre per incastrarsi in tante pozzanghere. Donne in piena apocalisse moderna, o come antiche piaghe bibliche, cioè niente che non scaturisca dalla loro eterna assunzione della loro condizione naturale di fronte a un mondo deciso a rinunciare al femminile. Storie dall'aldilà per altre donne che cercano l'impossibile giustizia dei loro corpi occupati dalla violenza di un sesso che, paradossalmente, cerca la perpetuità della specie, secondo canoni morali. Poteri extrasensoriali come evoluzioni femminili necessarie per soddisfare le esigenze del suo universo e che alla fine garantiscono il dono della completa comprensione di tutto, anche del sessuale.

Senza dimenticare un umorismo acido (quello che finisce per risvegliare delusioni dopo la prima risata), e con un intento inedito di rivolgersi alla più intima delle donne proiettate verso vari presupposti di fantasia, questo volume di otto racconti finisce per comporre un interessante progetto di femminismo. Un femminismo esteso verso generi così atipici come il terrore, il fantasy, la fantascienza e con quel residuo di riflessione che si può sempre estrarre da un'opera buona che divaga dalla fertile immaginazione, ma che si serve della sua focalizzazione esterna per osservare il nostro mondo con prospettiva maggiore.

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