Lucia nella notte, di Juan Manuel de Prada

Lucia nella notte
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Uno dei ritorni più attesi della narrativa di fantasia spagnola è stato quello di a Juan Manuel de Prada che fin dai suoi inizi giovanili si è sempre manifestato come un incommensurabile genio creativo. Al di là della sua condizione mediatica, dei suoi articoli e del suo manifesto amore per un'ideologia del colore qualunque, la sua letteratura compone una scenografia varia, esuberante e profondamente umanistica.

Con il virtuosismo che lo caratterizza, l'autore si rivolge ancora una volta alla figura dello scrittore come protagonista per facilitare quell'accesso a un personaggio in cerca di essenze e ostinato a spogliare la realtà per mostrarne la bellezza ma anche l'orrore, se del caso.

In questo romanzo, de Prada dà una nuova svolta al suo immaginario, capace di inserirsi in vari scenari, per offrirci un romanzo noir dell'esistenziale, un thriller dell'amore impossibile, delle colpe e dei segreti del passato che ognuno affronta seppellire anche per se stessi.

In fondo, Juan Manuel de Prada può avere ragione quando ritrae un Alejandro Ballesteros (così ricorrente nella sua bibliografia da definirlo un alter ego), dedito alla letteratura ma abbandonato dalle muse fino all'incontro con Lucia. Perché Lucía è quello strano bagliore di estremo vitalismo fatto di creatività, concentrazione e sostentamento da cui cominciare a collegare le estremità in sospeso di qualsiasi storia, compresa la sua.

Ogni scrittore come Alejandro vorrebbe trovare la sua Lucia particolare, colei che lo affascina ma anche lo immerge in pericoli insospettati o nelle più profonde esitazioni esistenziali, poiché Lucia lo colloca in un piano dove può sentirsi protagonista della sua trama migliore. Sarebbe meraviglioso scrivere se potessi occupare anime diverse per raccontare una moltitudine di nuove storie. E Alejandro Ballesteros è la pelle perfetta per abitare (come direbbe Almodóvar) altri mondi e altre prospettive sulla nostra realtà.

La passione dello scrittore Alejandro Ballesteros diventa un misto di vitalismo e ansia. Improvvisamente lui stesso è una storia raccontata per metà da Lucia, finché non decide di sparire o finché la sfortuna la separa da lui.

È allora che Alejandro capisce di averla lì, al suo fianco, a fornirle sussurri come carezze nelle notti torbide dove sembrava un angelo perduto. Lucía è senza dubbio la sua musa più necessaria e trovarla diventerà il suo unico movente, il suo motore e la sua volontà al di sopra di ogni altra cosa.

La ricerca più veemente di Lucia sposterà Alejandro negli spazi dove sono scritti gli schizzi delle storie più nere, tra personaggi mitici della tentazione e della perdizione; spazi che pongono situazioni portate da un'epopea lirica che supera uno scrittore finora abbandonato al mondano, alla noia, a un'insignificanza davanti alla quale Lucia raggiunge uno splendore ancora maggiore.

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