Questa nebbia insensata, di Enrique Vila-Matas

Questa folle foschia
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La figura dello scrittore è il paradigma di tutto, di tutto ciò che è narrato, di tutti i protagonisti davanti allo specchio in cui trovano lo scrittore, che disfa la sua esistenza davanti a quel Dio un tempo dotato di penna, poi con il suo rumore snervante di tasti e in seguito semplicemente facendo scorrere le dita su una tastiera virtuale. E Enrique Vila-Matas lui sa. Non si nasconde in falsa modestia o offre argomenti artificiali. Lo scrittore scrive e crea mondi. E quindi scrivere di uno scrittore seduto da solo è un po' come narrare le avventure di Dio il 1° prima del nulla.

Collazione di tutto questo di Dio e dello scrittore, ricordo un altro grande scrittore autoctono, l'incommensurabile Manuel Vila, sul cui profilo facebook, godevamo di conversazioni tra God e Vilas, due ragazzi sempre capaci di sventrare la realtà per scoprirne la parte più esilarante.

Soprattutto quello della creazione, del potere che trasforma l'essere umano in un nuovo Dio attraverso il linguaggio, è questo romanzo "Questa nebbia stolta". Dietro lo scrittore di successo Gran Bros si nasconde il nostro scrittore di riferimento in questa storia, Simon Schneider. Simon è colui che ha il compito, dal suo rifugio in un angolo del Mediterraneo catalano, di fornire argomenti con cui continuare ad alimentare il mito dei Gran Bros, situati dall'altra parte del mondo, tra le luci dei grattacieli. Ma a suo merito questo compito non si trova solo nell'ombra per la gloria dell'autore del momento. Le sue opere hanno raggiunto molti altri autori di maggiore importanza. E questa è la sua più grande gloria, che la sua cosa appartenga ad altri, che le sue parole e le sue composizioni geniali siano pagate per raggiungere milioni di lettori. Perché in fondo è lui che leggono, anche se nessuno vuole saperlo...

Indubbiamente un elogio al processo creativo, con quel punto impossibile del solo interesse creativo come via senza fine né gloria su cui Vila-Matas abbonda nel paradosso del Dio narratore. Fino a quando Simon, in una giornata prolifica di scrittura, scopre improvvisamente che gli manca quella frase che lega tutto insieme. Un appuntamento che ha avuto lì, in standby nel suo cervello mentre ne scriveva, finché non è scomparso quando è andato a cercarlo...

Non riesce a stare fermo, fissando l'appuntamento in volo definitivo. Quel pomeriggio d'autunno, Simon lascia il suo rifugio nel mondo e, come Chisciotte, o meglio come Cervantes, esce alla ricerca della citazione che limita l'eternità, che condanna tutto, che descrive il processo e il fondamento ultimo della scrittura...

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