Intraprendere l'assalto alla seconda parte di un'opera rotonda non dovrebbe essere sempre un compito facile per un autore. A metà tra tentazione commerciale e stimolo creativo, la decisione va pesata sulla base di argomentazioni finalmente vere sulla necessità di raccontare qualcosa in più...
Ma ovviamente, se il registro viene modificato, tutto può essere più semplice. Dal romanzo originale, da quella prima parte sorprendente, si passa a una graphic novel. Dal protagonista senza nome che ospita il suo violento alter ego Tyler Durden, si passa a un certo Sebastian che narra la nuova puntata.
È passato un decennio e Sebastian sembra aver domato la bestia interiore. Conduce una nuova vita normale ed è accompagnato dalla moglie e da un figlio, una specie di valium tiene a bada la bestia che lo ha dominato. Ma nulla del forum interno può essere coperto per sempre.
In effetti, tutto ciò che è cattivo, le paure o le tendenze distruttive tendono ad alimentarsi in silenzio, fino a quando non trovano il modo di riprendere il controllo. Ma a volte Sebastian non passa per un tipo strano nella sua violenza. Viviamo in tempi violenti in una bolla irreale di felicità che ospita disumanizzazione e annientamento.
Un ambiente ideale per Tyler Durden, una volta uscito dal suo ritiro ascetico-droga, per trovare quei momenti di piacevole violenza con cui compensare il suo ego frustrato, la sua vita mediocre e un mondo evocato sotto le vecchie buone maniere:
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