Quando uno scrittore inesauribile come John connolly finisce per fare un protagonista come Charlie Parker perfetto stereotipo dell'essere umano capace di albergare in uno stesso essere emozioni contrastanti, sensazioni opposte e pensieri antagonisti, il tutto con rabbiosa verosimiglianza, la vena narrativa finisce per mostrare la migliore vena creativa.
Ovviamente Charlie Parker è un antieroe. Il punto è che i lettori non sono più affascinati dalle braccia degli eroi classici. Perché assumendo il lato oscuro di tutto, i profili psicologici che più ci somigliano hanno maggiori possibilità di raggiungerci.
Luci e ombre, scuse a volte strane per giustificare l'ingiustificabile, per cavalcare quelle contraddizioni dei tempi che viviamo. Questo è Charlie Parker, un artefice del bene moderno, un'anima tanto ispirata quanto tormentata. Ne più ne meno.
È primavera e, nelle foreste del Maine, i temporali accelerano il disgelo. Finché, all'improvviso, quando cade un albero, il cadavere di una giovane donna viene esposto vicino alle radici. La polizia e la scientifica che indagano su cosa potrebbe essere successo scoprono rapidamente che la donna ha partorito poco prima di morire.
Tuttavia, nei dintorni non c'è traccia del neonato, che ora potrebbe avere tre o quattro anni. Per trovarlo, l'avvocato Moxie Castin chiede aiuto al detective Charlie Parker. Ma Parker non è l'unico ad aver intrapreso quella ricerca.
Tempo fa, qualcuno ha seguito le orme di quella giovane donna, qualcuno che lascia dei cadaveri. E in una casa vicino al bosco, un telefono giocattolo inizia a squillare. Sembra un bambino che sta per ricevere una chiamata da una donna morta. Ma quando i morti chiamano, solo Charlie Parker osa rispondere.
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