La sconfitta della Germania nazista sembrava una punizione ben giustificata. E su questo si continuavano a scrivere pagine nere di un mondo atroce. Un mondo che avanzava parallelamente allo spirito di liberazione, alla sua musica e alle sue sfilate. Forse è per questo che questo romanzo appare così originale, perché quasi nessun narratore storico di solito si rivolge al declino morale che arriva subito dopo ogni conflitto. E tante intrastorie cariche di sorprendente certezza sull'animosità umana oltre i periodi di guerra vengono messe a tacere.
Prussia orientale, gennaio 1945. Inizia l'esodo dei tedeschi in fuga verso ovest dall'avanzata dell'Armata Rossa. Sulla loro strada, molti di loro troveranno rifugio a Georgenhof, la tenuta privilegiata dove vive Katharina von Globig, in assenza del marito, con il figlio Peter e una lontana zia che fa da domestica ficcanaso.
Per la casa sfileranno persone di origini molto diverse: un violinista nazista, un economista, un aristocratico baltico o addirittura un fuggitivo ebreo; Ognuna delle testimonianze di questi visitatori rivela un diverso punto di vista sulla guerra, sul nazismo, sul nemico o sul futuro. In questo modo le opinioni dei tedeschi comuni sulla propria storia risuonano nella tenuta mentre la tragedia incombe sulla famiglia.
Inedito in spagnolo fino ad oggi, Walter Kempowski è uno dei grandi scrittori tedeschi della seconda metà del XX secolo. Questo romanzo ambizioso, pubblicato nel 2006, è considerato un punto di riferimento letterario per la sua esplorazione di un periodo della storia tedesca a lungo messo a tacere nella letteratura tedesca. Il ricco panorama di Kempowski ritrae magistralmente, senza prove e con rigore documentario, le sofferenze, le complicità e le negazioni del popolo tedesco di fronte alla caduta del Terzo Reich.
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