Quello che ti dirò quando ti vedrò di nuovo, di Albert Espinosa

Il più puro il viaggio iniziatico è quello che ti spinge a conoscere te stesso. Se riesci anche a conoscere cosa muove qualcuno che ti accompagna nel viaggio, il percorso diventa un progetto trascendentale soddisfacente, una perfetta comunione vitale.

Può essere che, in fondo, le nostre persone più care siano solo estranei che non conosciamo in quelle circostanze che ci richiedono di diventare chi siamo veramente, al di là delle nostre routine e dei nostri costumi quotidiani. Potremmo non conoscerci neanche nei circoli chiusi che definiscono la nostra esistenza quotidiana.

Albert Espinosa non parla di un viaggio facile con tappe ben segnalate. Camminare per conoscere noi stessi e per conoscere chi ci accompagna richiede un'apertura totale, una condivisione del passato e dei desideri, un viaggio nella tristezza delle perdite e dei desideri senza soluzione.

Il solo fatto di condividere tutto ciò, il bene, il male, la speranza e la malinconia porta a una conoscenza completa. Il processo di conoscenza tra un padre e un figlio, la condivisione delle loro anime diventa lo sfondo di questa storia.

Ma Espinosa, inoltre, sa fornire l'azione necessaria e gli argomenti precisi per far avanzare la trama, in modo che notiamo i personaggi molto vivi, fino a quando non ci immergiamo nelle loro prospettive e ci commuoviamo completamente da loro, come se avanzavano al loro fianco.

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1 commento su «Cosa ti dirò quando ti rivedrò, da Albert Espinosa»

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