La posta in gioco, di Philipp Blom

L'uso stesso del termine "gioco" manifesta chiaramente la visione del nostro mondo come qualcosa di non del tutto reale. Perché tutto è un gioco, siamo abitanti temporanei di questo luogo e quindi non possiamo prendere molto sul serio quasi nulla. Solo, sfortunatamente, l'etimologia della parola mostra anche che la nozione di gioco ha molto di uno scherzo (miscela di iocum e ludus-ludere) di pachas con la parte di intrattenimento.

Pertanto, conoscendo la passione latina per il pane, il circo e il vino, finiamo oggi con una ludo-patía dilagante che non vede la catastrofe che sta arrivando, perché l'importante è che, il gioco, il divertimento che lenisca il nostro rapido passaggio attraverso questo mondo.

Il problema sono quelli che vengono dietro come una risorsa trita senza dimenticare il marrone che possiamo mangiare e noi stessi, come cominciamo a vedere oggi. Un mix tra visioni già cantate da Marx con altri tipi di nozioni sociologiche più complete nella prospettiva di un presente già sconfitto dalla parte del consumismo. Tutto questo contestualizzato in una visione analitica dell'evoluzione della Terra piuttosto che della nostra civiltà per offrire uno sguardo complementare tra il nostro mondo come ambiente autonomo e come habitat adeguato alle nostre esigenze.

Sinossi

In questo nuovo libro Filippo Bloom scruta la situazione sociale, e quello che vede non è molto promettente: siamo di fronte al baratro su più fronti, di cui forse il più allarmante e pressante è quello legato al cambiamento climatico. Per scoprire come procedere, Blom analizza come le diverse società hanno reagito alla cosiddetta "Piccola Era Glaciale" del XVII e XVIII secolo, e la sua conclusione è che non tutte sapevano o potevano adattarsi ugualmente bene ai cambiamenti climatici.

Abbiamo anche altri fronti aperti: la società dei consumi genera diseguaglianze crescenti, le classi medie tendono ad essere diluite, i robot e l'intelligenza artificiale rendono sacrificabili molti posti di lavoro. E nella sfera politica, i sostenitori di un capitalismo senza restrizioni che cercano di difendere i loro privilegi guadagnano posizioni e emergono populismi autoritari, mentre la vera democrazia è messa alle strette...

Il mondo uscito dall'Illuminismo - libertà, giustizia, democrazia - è in pericolo. La buona notizia, ci dice Blom, è che abbiamo ancora tempo per invertire tutti questi mali. Questo libro coraggioso e necessario ha lo scopo di aiutare a individuarli e fornire strumenti per reagire, per seguire la rotta prima di scontrarsi.

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1 commento su "The Stakes, di Philipp Blom"

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