I morti non mentono, di Stephen Spotswood

I morti non mentono
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È addirittura necessario tornare all'origine di tutto. Nonostante la massima che non dovresti mai tornare nei luoghi in cui eri felice, il genere noir e anche i thriller attuali hanno bisogno di un reset di tanto in tanto. Più che altro per il lettore medio pieno di colpi di scena impossibili; tecnologia al servizio della criminologia; menti delineate più che contorte in cerca della sorpresa del lettore...

Che tutto questo è molto buono, ma come ho detto è figo e tanto recuperare le essenze della letteratura e anche del cinema mal fatti grazie a immaginari potenti come quelli di Agatha Christie o Hitchcock. Due totem oggi visti con malinconia e fino a un punto ingenuo ma che nascondono quel distacco dall'inquietante come deflorazione narrativa.

Una nuova voce come quella di Stefano Spotwood inizia il suo decollo letterario con questo romanzo che attinge da quelle ambientazioni tra incantevole e agghiacciante della metà del Novecento per un genere noir fissato più sull'indagine e sulla deduzione che sulla ricreazione stessa della morte e della sua morbosità attuale.

Sinossi

Willowjean Parker è stata per tre anni l'assistente della famosa detective Lillian Pentecost. Will scappò di casa quando era ancora una bambina e si unì a un circo dove imparò tutto. Lillian, malata di sclerosi, fu d'accordo con lei in una delle sue indagini e si offrì di essere la sua assistente.

Ora, Will e Lillian affrontano le indagini sulla morte di Abigail Collins, la vedova di uno dei magnati della città che ha fatto fortuna con la vendita di armi nella recente guerra europea. Ma questa non sarà solo un'indagine e le vite di Will e Lillian ne subiranno le conseguenze. La vostra relazione uscirà indenne? E il tuo cuore?

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