I migliori libri di Hernán Díaz

Promessa che si avvera di fatto. La cosa su Hernán Díaz con il suo Premio Pulitzer per i romanzi 2023, exaequo con Barbara Kingslover, è un assalto diretto ai vertici della letteratura internazionale. Per questo ha dovuto solo dotarsi di due romanzi (grandi romanzi, sì) con i quali per il momento ci porta in disparati scenari del passato made in USA che forse insieme costituiscono una perfetta presentazione degli attuali Stati Uniti.

Mescolando una nozione intima, che raggiunge l'intenzione più psicologica, con un chiaro interesse sociologico, tutto ciò che avviene nelle opere di Hernán Díaz riesce a proporsi come il mix perfetto, il cocktail narrativo capace di soddisfare i palati di chi cercare un interesse antropologico dal fiction storica così come coloro che cercano storie di personaggi nell'epopea più frenetica dell'esistenza.

In un certo modo inclassificabile oltre l'approdo in un'epoca o in un'altra, forse perché il suo lavoro è appena decollato e non abbiamo ancora il tutto, la visione con prospettiva. Nel frattempo, ogni romanzo che scopriremo ci intrappolerà come il dettaglio delle scene all'interno del grande mosaico. Perché l'immaginario di uno scrittore come Hernán Díaz finisce per dispiegarsi con la bellezza del dettaglio, con il gusto della pennellata. Un autore da tenere in considerazione.

I migliori romanzi consigliati di Hernán Díaz

Fortuna

Ogni ricerca di una destinazione è un giro della ruota della fortuna. Volontà e capriccio, intenzione e caso. Tutto accade, ancor di più in un mondo che scoppia di vanità, come una scommessa tra ambizioni, sogni, invidie, sensi di colpa... quelle sensazioni dell'umano che sono composte anche dalle contraddizioni da cavalcare. Tanto più quando il mondo stesso della creazione letteraria si apre a noi come un gioco di luci e ombre, di specchi con un'immagine precisa o deformante, a seconda di come la realtà può essere affrontata con più o meno soggettività.

Nei trionfanti anni Venti, Benjamin Rask e sua moglie Helen governano New York: lui, un magnate della finanza che ha accumulato una fortuna; lei, la figlia di alcuni eccentrici aristocratici. Ma mentre il decennio volge al termine e i suoi eccessi rivelano un lato oscuro, i sospetti iniziano a circondare Rask...

Questo è il punto di partenza di Obligaciones, un romanzo bestseller del 1937 che tutti a New York sembrano aver letto e che racconta una storia che può però essere raccontata in pochi altri modi. In Fortuna, Hernán Díaz compone un magistrale puzzle letterario: una somma di voci, di versioni a confronto che si completano, si qualificano e si contraddicono e, così facendo, pongono il lettore davanti alle frontiere e ai limiti tra realtà e finzione, tra la verità –forse introvabile– e la sua versione manipolata.

Fortuna esplora i dettagli del capitalismo americano, il potere del denaro, le passioni e i tradimenti che guidano le relazioni personali e l'ambizione che rovina tutto.

Ecco un romanzo che, viaggiando nel Novecento, cattura il lettore dalla prima pagina e non lo lascia andare fino all'ultima, tenendolo in tensione permanente grazie all'affascinante gioco letterario che propone, pieno di sorprese e inaspettati colpi di scena.

Fortuna, di Hernán Díaz

Nella distanza

Fa sempre piacere incontrare autori audaci, capaci di assumersi il compito di raccontare storie diverse, ben oltre le trite etichette come "dirompente" o "innovativo". Hernan Diaz presenta questo romanzo con l'innegabile freschezza di chi scrive qualcosa solo per il gusto di farlo, con un intento trasgressivo nella sostanza e nella forma, sintonizzandosi magicamente sui tempi strani in cui viviamo.

Nella trama, Díaz segue un percorso tra il favoloso e l'allegorico, ma sempre inframmezzato dal crudo realismo che contraddistingue il suo scenario western, un viaggio a ritroso da una costa all'altra degli Stati Uniti come pretesto per un'avventura piena di simbolismi.

Mi sembra in perfetto stile con il recente boom letterario spagnolo Gesù Carrasco. Ambiente ricco favorito dall'esuberanza dei dettagli e dalla somma di impressioni quasi fisiche. Solo allora ognuno finisce per scrivere con quella deliziosa anarchia dei nuovi narratori decisi a raccontare ogni tempo, prendendo in prestito l'immaginario saturo dei nostri tempi frenetici.

Håkan Söderström, detto "il falco", un giovane immigrato svedese che arriva in California nel bel mezzo della corsa all'oro, intraprende un impossibile pellegrinaggio in direzione di New York, senza parlare la lingua, alla ricerca del fratello Linus, che ha perso quando imbarcato in Europa.

Durante il suo bizzarro viaggio, Håkan incontra un pazzo cercatore d'oro irlandese e una donna sdentata che lo veste con un cappotto di velluto e scarpe con la fibbia. Incontrerai un naturalista visionario e entrerai in possesso di un cavallo di nome Pingo.

Sarà inseguito da un sadico sceriffo e da un paio di predatori soldati della guerra civile. Catturerà animali e cercherà cibo nel deserto, diventando infine un fuorilegge. Finirà per ritirarsi in montagna a sopravvivere per anni come trapper, in mezzo alla natura selvaggia, senza vedere nessuno né parlare, in una sorta di distruzione pianificata che è, allo stesso tempo, una rinascita. Ma il suo mito crescerà e le sue presunte imprese ne faranno una leggenda.

In lontananza, Hernán Díaz
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