Sotto la lunga ombra di Andrea CamilleriAutori come Mirko Zihaly stanno seminando le loro nuove storie oscure dove tutto acquista un equilibrio affascinante, il thriller, il gore, il deduttivo. Il giallo, già consolidato da molti anni e con varie fonti in giro per il mondo, si mescola in un crogiolo che, in questo caso, finisce per riflettersi nello spaghetti crime dove Zihaly, Dazieri o uno dei loro ultimi fenomeni D'Andrea, hanno scoperto una vera vena basata su buoni intrecci di tensione traboccante in tutti gli aspetti, nel ritmo proprio della storia, negli enigmi, nelle morti e nella scenografia.
In questo caso di The Shape of Darkness, Mirko Zilahy sfida il lettore, lo colloca nella Roma più oscura della sua immaginazione così che vaghi tra la grandezza del suo passato e gli oscuri recessi del male presente. A volte ci distrae fino a presentarci con la durezza dei suoi casi nel punto esatto in cui abbiamo bisogno di saperne di più una volta che pensiamo di avere tutti gli indizi necessari.
L'antica città è immersa nell'oscuro capriccio di uno spietato assassino. La culla della civiltà occidentale, da dove abbiamo ricavato gran parte delle nostre lingue, da dove è stata importata la prima ingegneria, dove le arti hanno raggiunto il loro valore più sublimato, dove sono nati i primi grandi miti che hanno cercato di spiegare l'esistenza umana...
Ed è proprio di questi miti che si nutre l'assassino. In ciascuno dei suoi omicidi evoca i vecchi simboli dei personaggi mitologici. I corpi delle sue vittime compongono opere d'arte malvagia.
Lo scultore, così chiamato secondo i media, diventa l'incubo del commissario Mancini. Le sue opere sono riprodotte in diverse zone della città e lui, il grande ricercatore, ne è spesso travolto. Al punto da commettere errori che possono essere fatali.
Un romanzo che si riallaccia anche ad altri recenti con quell'aspetto dell'omicidio come rappresentazione teatrale. Sembra che i nuovi killer del genere siano usciti dalla scuola di Belle Arti. Questi altri casi recenti sono Schegge nel sanguedi Ashley Dyher o Ragdoll (Ragdoll)di Daniel Cole.
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