La casa tedesca, di Annette Hess

La casa tedesca
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Tra il 1945 e il 1946 le famose vedute del Procedimento del tribunale di Norimberga. La recente atrocità del nazismo ha richiesto quell'azione immediata che è durata molti mesi e che è servita come una sorta di giurisprudenza universale per la più severa considerazione dei crimini di guerra; di quella famosa considerazione di contro l'umanità per crimini giustificati nella guerra per seppellire il genocidio, la soluzione finale di un nazismo accusato della follia del suprematismo.

Molti alti funzionari del Terzo Reich catturati hanno reso conto della loro infausta procedura omicida, altri sono fuggiti (anche Stalin ha fatto notare che lo stesso Hitler era fuggito. A tal proposito vi consiglio il mio romanzo epistolare Le braccia della mia croce, che ipotizza quell'estremo)

Ma quel primo approccio alla giustizia non poteva coprire tutto con la profondità richiesta. Molte altre prove si diffusero per quella Germania ferita dal suo passato e decisa a continuare a rendere conto finché non fosse stato possibile scrollarsi di dosso quella sinistra polvere grigia sulle coscienze.

Questo romanzo ci colloca nell'anno 1963, momento in cui si svolse un processo ad Auschwitz, delle cui opinioni esistono addirittura registrazioni che l'autore Annette Hess recensito a fondo nel Archivio storico di Wiesbaden.

Da quel momento in poi, con le capacità di sceneggiatura di un'Annette trasformata in romanziera, ha iniziato a costruire questo romanzo di lettura agile. Veloce nella sua azione ma anche avvincente in quella vita interiore fatta di dialoghi fatti di conversazioni che sembrano invitare il lettore a meditare, a interpretare ogni frase, ad abitare la protagonista stessa, Eva Bruhn.

Perché Eva finisce per essere colei che concentra tutto in questa storia. Le sue scoperte la immergono nel pozzo di un tempo non così lontano, una volta che decide di partecipare come interprete polacca al processo di Auschwitz nella città di Francoforte. E trova silenzi che si aprono nella sua famiglia, segni oscuri che possono portare a scoperte inaspettate. Il duro scontro con la realtà delle ferite ancora mal rimarginate, del sangue ancora versato e caldo, del dolore e della colpa.

All'inizio si occupa solo di traduzioni testimoniali da un punto di vista professionale. Ma quando scopre l'atrocità, i dubbi la assalgono. E sebbene voglia pensare che forse non è lei a giudicare tutto, l'ingresso in scena della sua trama più personale finirà per trovarsi di fronte a lei il peggiore dei giudizi su tutto il suo mondo.

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