Ho letto di recente della fine di Ernest Hemingway. Il passare del tempo ci permette di approfondire i dettagli più luridi del mito, compreso il suo suicidio. Secondo la testimonianza di una persona a lui vicina, l'autore una mattina si alzò, indossò la veste rossa dell'imperatore di casa sua, sollevò dal suo nascondiglio la chiave che ospitava le sue armi e con l'armamentario più teatrale della morte, finì sparandosi con l'arma appoggiata a terra mentre si sistemava sul suo particolare trono dal nulla.
Presentando questa ristampa, mi sono ricordato di questo dettaglio svelato di recente, un'uscita di scena tipica di un personaggio intenso che un giorno ha scoperto di non voler più voltare pagina. Questo libro, il suo primo volume di racconti, parte dall'altro estremo, dai fervidi inizi letterari in cui puntava al massimo già dai vent'anni.
E oggi, considerando quell'intervallo tra l'inizio e la fine dello scrittore, possiamo capire che Hemingway si è svuotato del tutto allo stesso modo, tra la sua letteratura e il suo modo di vivere intenso.
"In Our Time" riflette il mondo del 1925 con quella revisione che fa ogni storia. Alcuni racconti che estraggono un particolare sapore di cronaca metaforica dalla giovinezza di quei giorni che già portava aromi di sconfitte e conflitti, in un mondo ancora scosso dagli effetti di una Grande Guerra alla quale lui stesso aveva partecipato sul fronte italiano come autista ambulanza.
Troviamo così un libro inedito in Spagna, e che riassume davvero tanto e bene del fiorente scrittore che fa tesoro della veemenza con il supporto di una cruda realtà che lui stesso ha deciso di conoscere in prima persona. Un'edizione che è un avvicinamento necessario per tutti quei lettori convinti del genio americano che hanno trovato in Spagna un intenso rifugio di colore, vita, luci e ombre.
Tutti i racconti del volume sono legati per sottolineare in modo particolare il messaggio metaforico del racconto, la favola passata al setaccio della realtà, in un miscuglio impossibile per qualsiasi autore tranne che per un Hemingway che in quelle prime narrazioni sembrava voler cronaca dei primi anni di giovinezza costellata di reminiscenze del paradiso perduto per sempre dell'infanzia.
La giovinezza è sempre energia generata dalle scintille della felicità. E i racconti di un Hemingway ventenne come "Fuori stagione" "Il fiume di cuori" o "Gatto sotto la pioggia" danno un buon esempio di quell'energia orientata verso una spiegazione del mondo, una spiegazione nella prima esempio per l'autore che ha bisogno di scoprire il mondo e di conseguenza una trasformazione colorata per il lettore affascinato da scenari, idee, colori, tensioni, pulsioni sepolte e vita.
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