La cupola celeste, quella verso cui talvolta guardiamo, di giorno o di notte, quando viaggiamo in aereo o quando cerchiamo l'aria che ci manca sott'acqua.
Il cielo è l'orizzonte della fantasia ed è pieno di sogni, pieno di desideri che portano lucenti stelle cadenti e presenze mosse da questo piano.
Quindi, non sorprende che il cielo sia in rovina, sovraesposto a tanti sogni infranti, desideri senza risposta e anime gettate nel cosmo per secoli e secoli.
La verità è che nessuno ascolta lassù. Il trambusto è assordante. Forse siamo davvero abbandonati in questo mondo e che un possibile Dio ha rinunciato al tremendo compito di dare rifugio a tanti pianeti.
Siamo soli. Abbandonati a ciò che siamo, materia vivente soggetta al libero arbitrio. Ma come direbbe Milan Kundera, abbiamo scritto lo schizzo di una vita per un'altra che non ci sarà mai concessa. E nelle prove della vita si camminano i personaggi di questa storia. Storie cucite insieme da pulsioni ed emozioni, da routine e miserie.
Ma c'è speranza nel vivere, c'è sempre il momento, perché altrimenti? Se vogliamo che la vita significhi qualcosa, che la felicità trascende alla fine dei nostri giorni, non ci resta che lasciarci andare e aspettare la magia.
Potrebbe esserci ancora un paradiso, non importa quanto l'autore di questo libro lo consideri perduto. È la magia della letteratura. Nello specchio magico di un lettore, i personaggi costruiti per trasmettere determinate emozioni possono finire per comunicare un messaggio molto diverso.
Felicità, umorismo anche se corrosivo. Personaggi che segnalano la disperazione e la perdita per finire per essere benedetti dal caso, l'unico che si prende cura di questo mondo e di tutti gli altri mondi. Se non fosse stato per il caso, i pianeti avrebbero avuto un impatto e le stelle si sarebbero spente ormai. Un colpo di fortuna può cambiare tutto o, almeno, provocare quel bagliore eterno del fugace. E i protagonisti di queste storie ne sanno molto...
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