Narrare la tragedia può avere un punto di guarigione. Tuttavia, la finzione corre il rischio di banalizzare questioni estremamente serie in cui la sensibilità è estrema. Con il passare del tempo, vengono presentati libri e film su tragedie come l'11 settembre o qualsiasi altra, con quel punto immaginario indicato. Ma ci sono casi e casi.
Con una certa periodicità, salta alla notizia uno di quei tragici eventi in cui un ragazzo armato compie una strage, di solito nel suo centro scolastico.
Questo Libro Proiettili sulla lavagna narra una di quelle vicende in cui un adolescente prende le armi per eseguire la sua particolare e patologica vendetta. La mattinata procede tranquilla all'Opportunity High School. Minuto per minuto conosciamo quella routine tipica di ogni Istituto in cui si presenta un nuovo periodo scolastico. Ma il lettore sa in ogni momento che questa catena di eventi costituisce un macabro conto alla rovescia.
L'autrice di questo libro, Marieke Nijkamp, ci conduce magistralmente attraverso la pace di routine fino alla psicosi e al panico scatenato. Si tratta solo di mettersi per qualche istante nei panni di studenti e insegnanti, spaventati dallo squilibrio di un giovane con un'arma che non esita a sparare a tutti quelli che gli si parano davanti.
Leggere un'opera del genere è quantomeno agghiacciante. Avanzare tra le pagine di un romanzo come questo ti porta verso quella paura incontrollata dovuta a una minaccia tanto incerta quanto inaspettata, dove la vita di quei personaggi con cui stai mimando è appesa al capriccio di un proiettile.
L'assassino ha preparato tutto accuratamente. Tutti loro, i suoi nemici, sono rinchiusi in una trappola per topi che lui stesso ha preparato. La follia inizia e nessuno sa fino a che punto andrà.
Sullo sfondo di questa storia, sorge il dilemma di un così facile accesso alle armi da fuoco da parte di quasi tutti i cittadini degli Stati Uniti.
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