Il risveglio dell'eresia, di Robert Harris

Arriva sempre un momento in cui ogni narratore di fiction storiche finisce per affrontare il thriller attuale con la sua suspense aggiunta a causa dell'ambientazione oscura di tempi remoti. Robert Harris non sarebbe stata un'eccezione. In una società dove fede e dogma hanno bandito ragione e scienza, un prete indaga sulla morte di un vicario di campagna.

Gran Bretagna, 1468. Il sacerdote Christopher Fairfax arriva in un remoto villaggio inviato dal vescovo di Exeter per celebrare i funerali del vicario appena scomparso. Il defunto, appassionato collezionista di reperti d'altri tempi, è stato accidentalmente ucciso mentre scavava nelle vicinanze. Fairfaix soggiorna nella canonica e nelle stanze del religioso defunto scopre una collezione di oggetti considerati eretici, e testi di specialisti del passato che suggeriscono una verità diversa dalla dottrina della Chiesa, la quale afferma che l'uomo fu punito con i quattro piaghe: epidemie, guerre, carestie e morte dopo essersi arresi alla scienza e alla tecnologia.

Solo il ritorno alla fede in Cristo ha salvato l'umanità in extremis. Fairfax scopre che la torre accanto alla quale morì il vicario contiene numerose vestigia della civiltà perduta, e tutte le prove indicano che qualcuno le abbia depositate lì pensando a un futuro dove sarebbe possibile ricostruirla. La lettura dei libri eretici che mettono in discussione il potere onnipotente di Dio e le cause dell'Apocalisse, insieme alle indagini che lo immergono in quella comunità isolata, scuoteranno la fede e le credenze del giovane sacerdote.

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