Una delle risorse per eccellenza del giallo è l'anticipazione dell'omicidio.
L'assassino si sforza di completare il suo grande lavoro ma, in qualche modo, ha bisogno di avvertire qualcuno di ciò che sta per accadere.
Non so cosa avranno da dire gli psichiatri su questo. Se davvero il serial killer può essere creduto un artista, così dipendente da estimatori che inseguono le sue macabre rappresentazioni...
Questa romanzo L'esecutore riprende ancora una volta questo trito concetto dell'assassino come qualcuno che ha bisogno di avvertire della sua opera messianica che riflette il potere sulla vita e sulla morte.
Per il resto, il romanzo abbonda di personaggi tipici come giornalisti costretti a indagare, poliziotti coinvolti in prima persona nella vicenda, personaggi tormentati e subdoli e personaggi avvolti da oscuri dubbi.
Ma alla fine tutta quella tendenza al cliché del genere viene intesa come necessaria. È l'assassino che cerca di imitare ciò che accade nei noti romanzi polizieschi con la realtà della trama. E poi scopri quante novità porta questo romanzo.
Giornalista stellato nella sua professione, ricercatore dalla personalità peculiare dedito alla causa, una perfetta ambientazione nella profonda Norvegia che tanto contribuisce all'attuale genere nero.
Un complotto poliziesco che, mettendo in luce le risorse più tipiche, finisce per scoprirsi superromanzo in scenari che, delirando noi lettori, pensavamo di conoscere.
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