Ci sono storie che nutrono un continuo senso di dramma macbethiano. La storia di Eszter è quella tragedia che si autoavvera, che è la stessa, una resa all'autodistruzione. Ma non è un'idea nichilista del mondo, anzi. Eszter vorrebbe essere, diventare come quelle altre persone che si riflettono nei loro specchi di vite perfette, specchi che Eszter stessa costruisce come insopportabile contrappeso alle proprie frustrazioni.
Magda Szabó, la più famosa scrittrice ungherese, sa cosa fare con Eszter. Con questo personaggio naviga nelle profondità dell'essere umano, attraverso gli interstizi imperscrutabili dove viscere e anima si sfregano l'una contro l'altra.
La frustrazione è, insieme alla paura, la sensazione più limitante dell'essere umano. Tutto il tempo dedicato a questa causa persa tra le più perdute è una concessione alla tua stessa sconfitta. Solo che per Eszter è probabilmente troppo tardi per sublimare in qualche modo la sua vitale impressione negativa sulla base della sua frustrazione.
Dall'altra parte della sua distorsione del mondo c'è Angela...
La cosa più curiosa di tutte è che Eszter ha un riconoscimento sociale. È la grande attrice di teatro in cui Angéla dovrebbe riflettersi con idolatria. Qui sta una delle più grandi contraddizioni della nostra esistenza.
Al di là delle intense nozioni sulla vita che ci offre questa dicotomia di personaggi diffusi, eroina e antieroina dei nostri stessi limiti, il romanzo avanza grazie alla costruzione della vendetta di Eszter.
Perché quando il male la vince, quando l'ossessione sostiene tutta la sua vita, Eszter è in grado di vendicarsi del suo essere e del suo tempo trascorso all'ombra di quell'altra persona che sembra così felice, con sua grande disgrazia.
Ed è che anche il destino gli si rivolta contro. Angela in passato, quando condividevano la scuola, e la stessa splendida Angéla nella sua età adulta. Il suo destino le si presenta in quei momenti come due fotografie sovrapposte verso la sua disperazione.
Eszter alla fine soccombe alla sua mente avvelenata. E le conseguenze sono quella tragica chiusura, quell'ultimo sbattere nel labirinto della follia.
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