Perso nello spazio. Questa deve essere la situazione migliore per fare l'introspezione e scoprire davvero quanto sia piccola l'esistenza, o la grandezza di quella stessa esistenza che ti ha portato lì, in un vasto cosmo come niente punteggiato di stelle.
Il mondo è un ricordo a forma di palla blu, una palla che sembra persa come te, che gira in balia di uno spietato cosmo nero. Un cosmo oscuro dove galleggiano anche ricordi ed esperienze. E dove si manifestano anche presenze che, già che ci sei, ti fanno domande, ti presentano apertamente i loro dubbi sulla vita, compresi dalla palla azzurra da cui ti sanno provenire.
L'idea di un astronauta che fluttua nello spazio deve essere stata forgiata nella mente di Jaroslav come il paradigma dell'essere umano che cerca risposte. Ma alla fine l'umano non guarda quasi mai le stelle in cerca di grandi risposte. La stessa cosa accade al nostro astronauta della Boemia, quello della regione ceca e quello con lo spirito occupato dall'altro boemo, quello che lo spinge al peregrinare esistenziale nel bel mezzo di un'operazione spaziale.
Quando tornerà, se mai tornerà, o se se ne sarà mai andato, l'astronauta scriverà questo libro. E noi lettori capiremo com'è trovarti da solo nello spazio, dopo aver lasciato il mondo alle spalle.
Dal significato del comunismo alle usanze più quotidiane o alle tue tristi circostanze personali. La presenza vuole sapere di più su di te, astronauta bohémien. E puoi dirgli qualcosa o no. Non importa. Perché la presenza probabilmente ti conosce già in anticipo. Chi avrebbe potuto incontrarti nello spazio solitario? Cosa gli importa di tutto ciò che gli dici? Tutte le tue paure e gioie, le tue speranze e i tuoi dolori. La presenza che ti accompagna mentre guardi il mondo a forma di palla blu può sapere tutto, e cerca solo un po' di compagnia in mezzo a tutto il silenzio.
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