L'anno del bufalo, di Javier Pérez Andujar

Avvertimento per i navigatori, la sinossi di questo romanzo potrebbe essere un altro romanzo. Ma è che le cose importanti non si spiegano così, in balia di una mera sintesi. Se è necessario ricreare nella materia, nell'azione o nelle motivazioni dei personaggi, allora ricrearlo è dalla sinossi. Ogni buona storia è un eterno ritorno, un effetto circolare o un gioco di specchi infiniti che dà molto di sé e che rende impossibile riassumere.

Una trama con un vero e proprio gancio non può essere ambientata in uno scenario che non contempli quella forza centripeta universale tra onanismo, egoismo, ombelico e tutt'al più etnocentrismo che copre volentieri tutto quanto sopra come un ampio mantello. La domanda è come ciò che si vede, ciò che si contempla con delizia, sminuisca la cosa esilarante quando viene riscoperta dai riflettori degli altri. Gli altri, sì, tutti quelli che finiscono per raccontare la propria vita come se fossero guide asettiche al Museo del Prado.

Questo è un romanzo su quattro artisti di una generazione sfortunata che, dopo aver perso i propri sogni e ideali, si ritrovano rinchiusi in un garage dove un bel giorno appare una strana creatura e propone loro un patto sinistro.

Questo è un romanzo sulla vita di uno scrittore finlandese innamorato della Spagna di nome Folke Ingo, che sembra essere l'autore delle avventure dei quattro ragazzi di cui sopra.

Questo è un romanzo su un gruppo eterogeneo di personaggi che, dalle note a piè di pagina, apostille e commentano il testo di Folke Ingo: la sua traduttrice spagnola, la madre finlandese, una professoressa burocratica al Ministero delle scienze umane, i genitori di uno degli artisti rinchiusi il garage, il presidente del Club de Amigos de Gregorio Morán e l'ex direttore di un peculiare cineclub a Santa Coloma de Gramenet.

Questo è un romanzo su una serie di psicofonie in cui compaiono un'infinità di personaggi storici, composti da ribelli con una causa, idealisti assassinati, leader rivoluzionari, guerriglieri trasformati in capi di stato, golpisti assoldati e dittatori di tutto il mondo. Da Agostinho Neto a Lumumba. Da Franco a Mussolini.

Questo è un romanzo sulle utopie politiche e le dure realtà in cui convivono Klaus Barbie, Modiano, Gheddafi, Bing Crosby, ColaCao, Los Conguitos, Mauriat, Mauriac, Maurois, Detective Cannon, il CNT, il colonnello Sanders del Kentucky pollo fritto, José Luis López Vázquez e Joseph Beuys, tra molti altri.

Si tratta di un romanzo - come indica il titolo - sull'anno cinese del Bufalo, caduto nel 1973, ma anche in anni precedenti e successivi, come il 1961 e il 1985.

Questo è un romanzo su... Caro lettore, faresti meglio a smetterla di chiedere e tuffarti direttamente in queste pagine. Il divertimento, le risate, l'emozione, lo stupore sono assicurati. Perché questo è una sorta di romanzo totale, scritto con inesauribile inventiva, arie pop ed erudizione sfrenata. Una narrazione esilarante e commovente di narrazioni, politicamente radicali ed esteticamente sovversive.

Un libro che rappresenta un nuovo passo avanti nella meravigliosa e unica carriera letteraria di Javier Pérez Andújar, scrittore meticcio di Barcellona e dei suoi sobborghi, vendicatore senza pregiudizi della cultura dell'edicola, del cinema popolare e dell'alta letteratura. Unendo tutti questi ingredienti un sentimento poetico della realtà, con L'anno del bufalo ha scritto un libro abbagliante su tutti noi.

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