I dipendenti, di Olga Ravn

Abbiamo viaggiato molto lontano per intraprendere un lavoro di assoluta introspezione made in Olga Ravn. Paradossi che solo la fantascienza può assumere con possibilità di trascendenza narrativa. Dallo straniamento di un'astronave, spostata attraverso il cosmo sotto una gelida sinfonia nata dal big bang stesso, incontriamo personaggi che finiscono per essere noi, come gli umani, solo sfocati.

Cambia radicalmente la prospettiva. Ma lo scenario, stranamente, è lo stesso. Cittadini del cosmo piuttosto che del mondo. Una minuscola parte di quella polvere sospesa nel nulla. Caso o predestinazione. La scoperta di qualcosa al di là o l'ultima certezza che non siamo quasi nulla...

Il compito di esplorare nuovi mondi sembra avvicinare la diversità dei protagonisti di questa storia ai dubbi più profondi sulla natura dell'essere. Non c'è vita su quegli altri pianeti, al momento. Ma con ciò che rimane, qualsiasi cosa può essere testimonianza di ciò che è più vicino, oltre che eredità di ciò che è più lontano...

La nave seimila è in orbita attorno al pianeta di Recent Discovery da mesi. Nel suo equipaggio ci sono umani e umanoidi, nati e creati. Come risultato dell'esplorazione di una delle valli del pianeta, l'equipaggio introduce alcuni strani oggetti nella nave, e quando entrano in contatto con loro accade qualcosa di inquietante: gli umani iniziano a soccombere a un senso di perdita e nostalgia per ciò che si sono lasciati alle spalle. sulla Terra, mentre gli umanoidi sviluppano un desiderio inquieto per ciò che non sono. 

L'un l'altro, umano e umanoide, nato e prodotto, cominciano a porsi domande sulla missione, sull'ordine stabilito e su se stessi. Sono tutti convocati da una commissione per testimoniare su quanto sta accadendo sulla nave. Così è strutturato il romanzo: un susseguirsi di dichiarazioni sugli strani eventi che si stanno verificando e che alterano la missione. E tutti, equipaggio e commissione, finiranno per essere costretti a prendere decisioni drastiche...

Con forse echi di Solaris, questo romanzo, come quello del maestro Stanislao Lem, va ben oltre la pura fantascienza. È una riflessione sul sistema del lavoro, sullo sfruttamento del lavoro, sul controllo, sulle relazioni sociali e sui ruoli sessuali. Ma è soprattutto un'indagine su ciò che ci rende emotivamente e ontologicamente umani. 

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