I 3 migliori libri di Niccolò Ammaniti

La narrazione di ammaniti Ha qualcosa di favolistico, sempre alla ricerca della morale in ogni scenario, nei suoi personaggi, nelle sue azioni.

Non che sia una novità Paulo Coelho, perché le loro storie variano molto tra il fantastico e un realismo che spruzza aspetti della nostra realtà verso quel modo di narrare intra-storie appassionate. Ma è degno di nota quel gusto dell'allegorico come insegnamento o come manifestazione dell'umanistico per una profonda riflessione da parte del lettore.

Con una carriera letteraria consolidata, seppur irregolare nelle sue pubblicazioni, Ammaniti è una delle voci italiane di questo XXI secolo, capofila di una generazione impegnata in una letteratura che si svolge nella sua Italia come cornice.

Proiettandosi da quell'Italia fatta tela creativa con quella conoscenza esauriente dei propri peccati e virtù, questo scrittore diversifica il suo spettro creativo verso generi mescolati nel proprio mosaico che riflette quell'impronta del narratore originale.

I 3 migliori romanzi consigliati di Niccolò Ammaniti

Non ho paura

Nonostante tutto, l’infanzia è il paradiso. Anche nelle circostanze più gravi e nei traumi che possono rimanere, ciò che ogni persona ha vissuto nei giorni dell’infanzia è l’unico paradiso possibile.

Perché la ricreazione del mondo dal migliore al peggiore dei momenti passa attraverso quel filtro dell'immaginazione nell'infanzia, dove mostri e felicità possono coesistere, e dove il secondo stranamente divora il primo. Almeno per un po', questa è l'estate più calda del secolo. Quattro case perse nei campi di grano. Sei bambini, in bicicletta, si avventurano tra i campi. In mezzo a quel mare di punte, c'è un inquietante segreto che cambierà per sempre la vita di uno di loro, Michele.

Per affrontarlo dovrà trovare forza proprio nelle sue fantasie infantili, mentre il lettore assiste a una doppia storia: una vista attraverso gli occhi di Michele, e un'altra, tragica, che colpisce gli anziani di Acqua Traverse, un miserabile borgo sperduto tra i campi di grano. Il risultato è una storia potente di assoluta felicità narrativa, dove si respirano atmosfere legate alle Avventure di Tom Sawyer o ai Racconti popolari italiani di Italo Calvino, e che all'epoca meritavano i premi Viareggio e Strega. Un romanzo sulla scoperta di se stessi attraverso il pericolo più estremo, e la necessità di affrontarlo, non temo sia un triste addio all'era dei giochi.

Non ho paura

Tu y yo

Da Salinger ha scritto la sua opera "Il giovane cacciatore di segale", con la sua radicale apertura a ciò che può diventare una mente in formazione, l'adolescenza e i suoi aspetti sono stati affrontati letterariamente dal fantastico al puramente esistenziale.

In questo lavoro troviamo nuove dosi di empatia con il momento in cui i bambini emergono dalla comoda crisalide familiare per aprirsi a un mondo con tale intensità da potersi rialzare, negando quel nuovo mondo.Chiusi nel seminterrato a trascorrere la loro settimana In vacanza lontano da tutti, un quattordicenne introverso si prepara a vivere il suo solipico sogno di felicità: senza conflitti, senza compagni di scuola fastidiosi, senza commedie né finzioni.

Il mondo, con le sue regole incomprensibili, è rimasto dall'altra parte della porta. Finché un giorno sua sorella, di nove anni più grande di lui, irrompe nel suo bunker piena di vitalità e lo costringe a togliersi la maschera di adolescente difficile e ad accettare il gioco caotico della vita fuori. Un eccezionale romanzo formativo che ci presenta una visione straziante di quel mondo adolescenziale coperto da un silenzio inquietante sotto il quale possono esserci dolore, incomprensioni e paure preponderanti. Solo di fronte a quei primi sentimenti di sconfitta dell'umano, i lampi dei fratelli possono sempre crescere per servire da sostegno e prima guida.

Me e te

Anna

Avvicinandosi in modo sinistro alla realtà attuale del Covid-19, questa metafora del virus che stermina gli adulti indica strade molto diverse, finendo per presentarci l'aspetto critico del raggiungimento dell'età adulta, della scoperta della solitudine quando l'infanzia va in ritardo .

Un virus, che ha iniziato a manifestarsi in Belgio, si è diffuso in tutto il mondo come un'epidemia. Ha una particolarità: uccide solo gli adulti. I bambini lo incubano, ma non li influenza finché non crescono. Sicilia nel prossimo futuro. Tutto è in rovina. Chiamano la malattia che il virus produce La Roja, e strane teorie circolano su presunte modalità di immunizzazione. Anna, che ha tredici anni, deve soccorrere il fratellino Astor e intraprendere con lui un viaggio che li porterà a Palermo e poi a Messina. L'obiettivo: attraversare lo stretto e raggiungere il continente, dove forse Anna, che già per età si nasconde, troverà il modo di salvarsi.

Sono accompagnati da un cane e hanno come diario un taccuino con copertina marrone che la madre ha lasciato loro prima di morire. Lo intitolò LE COSE IMPORTANTI e scrisse alcune istruzioni utili per la sopravvivenza. Niccolò Ammaniti, che aveva già affrontato l'infanzia e l'adolescenza in diversi ottimi romanzi precedenti, insiste sul tema, e lo fa combinando fantascienza distopica, narrazione d'avventura e romanzo d'iniziazione. Potremmo trovare qui echi di Il signore delle mosche di Golding, o Walkabout, quel film del 1971 di Nicolas Roeg su una ragazza adolescente e il suo fratellino persi nel deserto australiano. In tutti i casi abbiamo un universo popolato esclusivamente da bambini. Come sopravvivono? Come si relazionano senza la presenza dominante e repressiva degli adulti? Come affronti paure e incertezze?

Anna
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1 commento su “I 3 migliori libri di Niccolò Ammaniti”

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