I 3 migliori libri dell'affascinante mitologia greca

Senza dubbio La cultura greca o quella romana (la seconda grande importatrice della prima) hanno molto più fascino, con i loro dei, i loro eroi e i loro viaggi attraverso un mondo ancora sconosciuto, rispetto ad altre culture monoteiste e semplicistiche. (vedi anche le nostre radici cattoliche o musulmane, uniformanti e radicalizzanti a volte...)

Negli ultimi giorni del mondo antico (l Antichità classica) nasce un patrimonio culturale, sociale, politico ed economico che è alla base di tutto. È curioso che di fronte a questo potere le nuove religioni si siano infine incaricate di distruggere il vasto immaginario dell’Olimpo e i suoi disegni sugli esseri umani, per finire per istituire profeti unici: Gesù o Maometto, e Dio o Allah come le entità diffuse (i triangolo come Occhio della Provvidenza nel caso cattolico o altro e irrappresentabile nel caso musulmano).

La domanda, che sto girando intorno al cespuglio, e parlando chiaramente, è che la Bibbia è un opuscolo letterario contro la ricchezza mitologica di Greci e Romani con la sua storia dell'umanità in fascicoli divisi tra Iliadi, Odissee e varie tragiche avventure. Avventure che ci avvicinano anche al ricchissimo mosaico degli dei nel loro particolare giardino delle delizie, ai loro figli bastardi, ai semidei, agli eroi nei quali possiamo rifletterci e a ogni tipo di tragedie o storie con morali sul bene. e cattivo, cattivo che travolge nella sua esuberanza di trama.

Autori attuali come Irene Vallejo recuperare, se mai abbiamo perso, aromi a tutti quei mondi che sostengono la nostra cultura con una conoscenza dell'umano che sorprende e invita a considerare senza dubbio che Nihil sub sole novum, cioè, non c'era nulla di nuovo sotto il sole per questi saggi, almeno per quanto riguarda la condizione umana rappresentata in un così vasto immaginario letterario...

I 3 migliori libri consigliati di mitologia greca

Odissea

Eroe degli eroi, Ulisse ha un fascino maggiore di Achille (a mio avviso). Perché la bella metafora del viaggio, del regno perduto, delle assenze e dei disagi, delle tentazioni, del buio e della solitudine. Tutta l'attuale nozione di resilienza risiede nella capacità di Ulisse di superare tutto ciò che è segnato da quella fatalità resa vitale. Senza un eroe come Ulisse, nozioni umanamente necessarie come superare la peggiore tragedia non avrebbero potuto essere forgiate.

Le peregrinazioni e le avventure del greco Ulisse, vissute nell'arco di dieci anni del suo ritorno in patria dopo un'attiva partecipazione alla guerra di Troia, costituiscono la trama serrata, quasi romantica, di uno dei grandi monumenti della nostra eredità intellettuale. Composta probabilmente alla fine dell'VIII secolo a.C., l'Odissea ci porta in un mondo reale, l'antico Mediterraneo, ma pieno di pericoli e popolato da esseri favolosi: maghi, ninfe, giganti, mostri...

Gli avatar marini dell'eroe in questa seconda grande epopea greca allontanano Odisseo (Odisseo dai romani) dalle scene dell'epopea, per collocarlo in un ambiente fantastico, più vicino al meraviglioso mondo dei racconti del mistero.

L'Odissea di Omero

Antigone

Il tragico è trascendente perché rimanda alla morte, in definitiva, a una possibile, o meno (ma in definitiva misteriosa), elevazione di ciò che siamo a un altro stato disincarnato. Eppure, il dolore che precede tutta questa nozione dell’umano come finito è molto banale, molto attaccato alle lacrime che non fanno germogliare la vita sulla terra. Sofocle fu il miglior narratore di quelle tragedie in cui l'uomo antico esprimeva, come lui stesso definiva, la sua particolare freddezza di vivere.

Tra le sette tragedie di Sofocle (496-406 aC circa) giunte fino a noi integrali, Antigone occupa senza dubbio un posto privilegiato. In quanto figura eroica, la trascendenza del protagonista ha portato nei secoli a innumerevoli riletture (con un'ottima accoglienza nel teatro contemporaneo) e ha dato luogo a speculazioni filosofiche di ogni genere.

Il personaggio, incarnazione del conflitto tra individuo e società, lo asseconda e lo vivifica. Creonte, re di Tebe, impone il divieto di seppellire Polinice, sollevato contro lo stato e ucciso in una lotta fratricida. Antigone, contravvenendo a quegli ordini espliciti, getta una manciata di terra sul cadavere del fratello, provvedendo così a una simbolica sepoltura.

Antigone

Iliade

Ulisse mantiene un affascinante equilibrio tra il fantastico e il tragico, Achille è più chiaramente epico sebbene sul suo sfondo ci siano anche letture dell'umano che possono essere estrapolate a qualsiasi momento. L'Iliade è il racconto di storie sul senso di colpa e sull'odio che gli esseri umani sono capaci di nutrire a causa delle loro ambizioni frustrate. Le guerre sono sostanzialmente questo, la guerra di Troia delinea in ogni personaggio, da Achille a Ettore, passando per Agamennone o Patroclo, l'intera gamma di volontà che ci muovono al conflitto e alla guerra.

Pochi giorni prima dell'ultimo dei dieci anni che durò l'assedio degli Achei della città di Troia, essi forniscono il quadro cronologico degli eventi narrati nell'Iliade, il più antico poema della letteratura occidentale.

Prodotto di una lunga tradizione orale, l'epopea, come nota il suo autore nel primo verso, racconta la storia delle conseguenze di una passione umana. Achille, irritato dall'oltraggio di Agamennone, che come capo della spedizione greca ha preso la sua parte del bottino da Briseida, decide di ritirarsi dal combattimento. Ma non impiegherà molto a tornare da lui, con rinnovato furore, dopo la morte del compagno Patroclo per mano dei Troiani.

Iliade, di Omero
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