I 3 migliori libri di Yukio Mishima

E si scopre che al di là del sempre sorprendente Murakami c'è vita nella letteratura giapponese. Murakami è infatti debitore di una grande tradizione letteraria giapponese del XX secolo.

Una letteratura del secolo scorso profusa in grandi autori come kobo abe, Kawabata, Kenzaburo Oe o un Mishima che nella sua morte precoce e teatrale compose anche molte delle più grandi pagine letterarie giapponesi. E che nei suoi 45 anni di vita, sbilanciato da solo facendo harakiri, ha pubblicato circa 40 romanzi.

Un prodigio d'autore che ha toccato il nobel e l'ha perso con un altro grande già citato, un Kawabata da cui tanto aveva imparato.

Mishima è uno scrittore intenso, ossessionato dall'alto nella sostanza e nella forma da un mestiere preso come tutto nella sua vita, con vocazione spartana. Mishima e la sua drammatica vis consegnarono alla causa di una letteratura tombale aperta. Personaggi che affrontano poli ed estremi, intensità emotiva ad alto voltaggio.

I 3 migliori romanzi consigliati da Yukio Mishima

Confessioni di una maschera

O forse confessioni dell'autore dietro la maschera. Perché molti indicano quella ricreazione della vita dell'autore dalla sua infanzia. E con quella nebbia dello scrittore resa mitica, tutto si legge con speciale gusto.

Così, l'empatia con Koo-chan, una sorta di giovane romantico giapponese, intrappolato tra il tradizionale e il nuovo vento della modernità e turbato dalle sue stesse tempeste interne, ci sta conquistando ogni nuovo capitolo. A poco a poco la vita di Koo-chan si connette con quella natura universale dell'individuo, con quell'universo che ci rende tutti diversi in base a esperienze e bisogni che spingono dal profondo dell'essere.

Le differenze di Koo, però, finiscono per collegarsi a un aspetto dell'omosessualità che porta anche l'insopportabile fardello della morale quando questo spazio restringe questo tipo di pulsioni essenziali. Quella è la maschera di Koo-chan, cioè il suo biglietto da visita agli altri mentre nel suo divenire narrato ai lettori, conosciamo la vera, l'anima intorpidita quindi non può essere accettata come la cosa giusta per la generalità.

La voce del surf

Chi meglio per costruire una grande storia d'amore con la band romantica più autentica? Mishima è stato quello scrittore che ha riversato profusamente nelle sue narrazioni le sue impressioni più profonde, quelle che lo hanno portato alla sua fine drastica, concependo la vita come qualcosa di secondario rispetto all'essenza dell'ideale.

E naturalmente, idealmente, l'amore come sostentamento in una storia di due giovani coinvolti in quella storia d'amore che risveglia tutto, dall'infanzia alla maturità. Lo scenario integra perfettamente quello sfondo di umanità infuriata verso la scoperta di ciò che è veramente importante per Mishima, le passioni capaci di muovere tutto, di cambiare tutto.

Perché la piccola isola, insignificantemente trasmutata nella piccola esistenza dei suoi abitanti, assume quell'affascinante splendore di paradiso grazie ai due giovani devoti all'amore. Ed è allora che l'isola, conquistata dalla routine e dal grigiore quotidiano, ripropone i suoi profumi e i suoi colori come se fosse sospesa su un mare con promesse di eternità per l'umanità, con canti di sirene che, pur essendo mere allucinazioni, rendono soggettivo lo spazio .tra innamorati, un nuovo universo di vita e colore.

La voce dell'onda, di Mishima

Una vita in vendita

Un'anima davvero desiderosa come Yukio Mishima finisce sempre per scontrarsi con la farsa delle convenzioni, con la fugacità del tempo, con il sentimento perentorio della felicità.

In questo romanzo Una vita in vendita, l'autore presenta un alter ego nella sua essenza. Hanio Yamada, pubblicista e protagonista della storia, potrebbe non avere molto a che fare con l'autore. Eppure il suo vitalismo disorientato, il suo nichilismo come deriva esistenziale di fronte alla frustrazione emanano dalla stessa anima tormentata di Yukio Mishima. Il punto è che Hanio Yamada ha una vita ancora giovane, di tempo perso che forse potrebbe essere oggetto di scambio commerciale. In un impeto di idea disfattista, Hanio decide di mettere in vendita la sua vita. E niente di meglio della sezione riservata di un giornale in cui altri vendono i loro corpi, i ricordi del loro passato o pubblicizzano un lavoro alienante.

È suggestivo per me pensare a cosa accadrebbe nella realtà. L'idea grottesca genererebbe una moltitudine di reazioni che, in molti casi andrebbero oltre la finzione..., diversi potenziali acquirenti contattano Hanio per effettuare la transazione. Certo, l'offerta di una vita diventa per ogni cattivo compratore una sorta di schiavitù per compiacere gli istinti o le pretese più malvagie. Da agente di spionaggio infiltrato a giovane con cui coprire bisogni sessuali contorti, passando per un particolare sicario con cui può affrontare vecchi litigi familiari.

Hanio Yamada cerca di affrontare le conseguenze della sua decisione, finché non capisce che vivere sul filo del rasoio dei desideri o dei bisogni più contorti degli altri lo esaurisce. Con la scoperta che tante persone nel mondo sono uguali o peggio di lui basta. Il problema è, sai se puoi fare marcia indietro dalla tua prima decisione di vendere la tua vita? I contratti, per quanto leonini, una volta firmati devono essere onorati. L'idea di questo romanzo rasenta l'umorismo assurdo, con una punta acida, dalla lucidità di chi osserva il vuoto. E quell'osservatore non è altri che Yukio Mishima, un ragazzo capace com'era di uscire di scena con quella teatralità orientale del seppuku, che è stata una decapitazione.

La cosa più curiosa di questo romanzo è che si riprende dopo molti anni di ostracismo. Pubblicato a puntate negli anni '60, viene ora recuperato per l'Occidente grazie alla buona accoglienza dei nuovi lettori giapponesi.

Una vita in vendita, di Mishima
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